Ti racconto Verdeto

I giovani del gruppo Superiori di Borgotrebbia raccontano Verdeto: uno sguardo diverso sull’Antica Pieve

Su Verdeto ci sarebbero mille cose da dire. Dovrei dire che è quasi un posto magico, dove tutti i problemi che hai per quel periodo in cui sei lì spariscono. All’inizio della mia avventura a Verdeto ero spaventato un po’ da tutto: posto nuovo, gente nuova che poi sarebbero diventate le persone più importanti della mia vita. Nel tempo capisci che questa è come un tua seconda casa: non sai bene perché, ma sai solo che sarà così. Verdeto è un posto importante per noi giovani: è qui che si formano le vere amicizie. Vivendo insieme alle persone incominci a conoscere parti di loro che non potevi immaginare e che magari le fanno soffrire, ed è proprio lì che si vede se sei un vero amico o sei una persona come tante altre. Un luogo non è mai solamente quel luogo, ma anche tutte le persone che in qualche modo se lo portano dentro.
Volevo raccomandare infine, se restate a Verdeto, almeno una volta di svegliarvi presto per vedere l’alba: penso sia una cosa da rimanere senza fiato.
Mi sono chiesto: “Come fai a vivere in un posto così?”. Poi mi sono risposto da solo: “Come fai a non vivere in un posto dove sei felice?”.
Emanuele

Pensavo fosse facile scrivere che cos’è per me Verdeto, ma non è così: è più difficile di quanto pensassi, perché non ci sono parole che riescano a descrivere questo posto così importante e magico. Lo faccio nel modo più semplice. Venire qui, fare quella salita, vedere il campanile illuminato dal sole mi mette tanta gioia e tranquillità nello stesso tempo, perché so che sto tornando a casa. In questo posto ho imparato tante cose: a collaborare, a lavare i piatti, a litigare e a chiedere scusa, a pensare a ciò che voglio fare da grande e pensare alle mie mancanze e sofferenze. Prima di arrivare a Borgotrebbia non sapevo cosa fosse un gruppo, cosa volesse dire avere degli amici che hanno vissuto le tue stesse esperienze, Quando sono arrivata qui a Verdeto sono rinata, ho avuto la mia seconda possibilità perché sulla mia vita era scesa un po’ di nebbia. Oggi è come se un raggio di sole un po’ di vento l’avessero mandata via. Mi sono lasciata aiutare, mi sono fidata e oggi vedo che sono diversa, anche se non cambiata completamente, anche se non sono troppo diversa da prima e un po’ di nebbia c’è sempre, oggi sono esattamente dove dovevo essere.
Arianna

Per me Verdeto è casa. Quando sono lì mi sento libera, al sicuro, accolta, protetta anzi, è ancora più casa di quella che abito a Piacenza. Verdeto è il nostro piccolo angolo di Paradiso. E non sono l’unica a pensarlo: Don Pietro ha detto che il Paradiso è come una settimana comunitaria a Verdeto, solo che è eterna, senza fine. Io ci credo e ogni volta che sono venuta a Verdeto ho assaporato quella sensazione, seppur limitata, di Paradiso. Verdeto è la prova che Dio esiste, perché anche attraverso questo posto mi sono sentita amata e fortunata. Ho ricevuto tanto. A Verdeto ho rafforzato amicizie, ne ho create delle nuove, ho conosciuto il mio fidanzato, ho litigato e ho fatto pace, sono stata perdonata e ho perdonato, ho pianto, mi sono emozionata, ho conosciuto meglio me stessa e potrei andare avanti ancora. Devo tanto a questo posto che mi ha riempito il cuore ed è un pezzo di me. Ogni volta che so che devo tornare a Verdeto cerco sempre di esserci, perché quando arrivo e vedo il panorama respiro profondamente come dopo un’apnea. Stacco la spina perché da lassù i problemi sono lasciati a Piacenza. Essi non spariscono perché poi bisogna affrontarli, ma Verdeto diventa anche linfa: mi ricarica e mi dà lo spirito per tornare a casa ad affrontarli con una luce diversa.
Verdeto è un grande dono perché c’è gente che non ha questa fortuna, e noi che abbiamo la grazia di viverlo non dobbiamo sottovalutarlo. Mai dare per scontato quel panorama, quel cielo, quelle stelle, quel falò, quei volti, quell’atmosfera perché sono cose che poche persone hanno l’opportunità di vivere. Mai perdere la meraviglia.
Elisa